Sul numero di Gennaio 1973 della rivista satirica National Lampoon capeggia una 𝘤𝘢𝘭𝘭 𝘵𝘰 𝘢𝘤𝘵𝘪𝘰𝘯 piuttosto controversa: Se non comprate questa rivista, uccidiamo il cane.

Il magazine ebbe un boom di vendite (e di cause, tra cui una con la Volkswagen e con la famiglia Kennedy, ma questa è un’altra storia), diventando un vero e proprio fenomeno di costume negli Stati Uniti.

Formò una generazione di comici ed attori che fecero grande il Saturday Night Liverese famosi (e ricchi) i suoi creatori Douglas Kennedy ed Henry Beard ed ispirò un nuovo modo di fare editoria.

Si parla di Disruptive Innovation quando un’azienda persegue una nuova idea imprenditoriale ed esprime valori assolutamente controccorrente, facendosi breccia in un nuovo target di mercato.

Si tratta di un approccio che non si addice a tutti i brand e che richiede una buona dose di coraggio.

Ed il National Lampoon era tutto questo: era creatività, rottura delle creatività, rottura delle regole, sfrontatezza e audacia.

Negli ultimi mesi, abbiamo sentito citare allo sfinimento The Social Dilemma, il documentario che denuncia il lato oscuro dei social network.

Al di là delle facili teorie cospiratorie, noi di Amo comunicare vogliamo invece consigliarvi un’altra visione su Netflix: “A futile and Stupide Gesture (2018) di David Wain, un ottimo esempio di cosa significhi fare davvero innovazione, perseguendo le proprie idee, assumendosi il rischio di essere dei pionieri.

Ps. Quella col cane Cheeseface, in America, è al 7° posto delle migliori 40 copertine di riviste di tutti i tempi, ed è tutt’ora una delle più ricercate tra i collezionisti: mica male!

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